Maggio 22, 2023

Perché tanta sorpresa davanti ai dati, veritieri, dichiarati da Unionplast durante l’audizione alla Camera del 18 maggio?

Nel corso dell’audizione alla Camera dei Deputati di fronte alle Commissioni riunite VIII Ambiente e X Attività produttive, rappresentando la propria posizione sul PPWR, il Presidente Unionplast Marco Bergaglio ha dichiarato che in Italia

i risultati del recupero totale su immesso a consumo sono pari al 96,3%

Il dato è indicato con chiarezza nel Rapporto Rifiuti Urbani Edizione 2022 di ISPRA; si veda di seguito per chiarezza la tabella 4.7 della pagina 203. È bene anche precisare che la raccolta differenziata della plastica, sempre secondo il suddetto rapporto, è quella che raggiunge il maggior numero di Comuni italiani e il maggior numero di abitanti…quindi è indiscutibilmente la più performante.

Per quanto riguarda il riciclo, la tabella 4.5 del Rapporto ISPRA ci pare molto chiara nell’evidenziare che nel 2021 il riciclo supera 1,2 milioni di tonnellate.

 

Peraltro nel nostro paese come evidenziato negli studi di IPPR-Istituto per la promozione delle plastiche da riciclo si UTILIZZANO (!) oltre 1,2 milioni di tonnellate per realizzare nuovi prodotti (IPPR – Quantitativa Rapporto 2022). È un dato che si può migliorare? Certamente, e la filiera delle materie plastiche è da anni impegnata su questo fronte registrando una crescita costante nell’uso di plastiche riciclate, come testimoniato da IPPR che col suo marchio Plastica Seconda Vita ha portato alla certificazione ormai poco meno di 8000 prodotti!

Venendo all’argomento microplastiche (sul quale va precisato che ci sono pareri enormemente discordi sull’effettivo contributo della plastica, dal momento che con il sostantivo microplastiche si ricomprende una molteplicità di inquinanti non costituiti solo da plastica), le cause sono indicate per esempio nella Plastics Strategy del 2018 e molto più recentemente dal rapporto delle Nazioni Unite UNEP/PP/INC.2/4: gli imballaggi non sono citati.

Di seguito un estratto del rapporto (allegato rapporto UNEP completo):

“Possible core obligation: reducing microplastics.

Microplastic release occurs throughout the life cycle of products and is projected to more than double globally, from 2.7 million metric tons in 2019 to 5.8 million metric tons in 2060. Secondary microplastics dominate microplastics leakage. Major sources include road transport (1 million metric tons), the release of dust and fibres (0.81 million metric tons) and wastewater sludge. Microplastics are also released from artificial turf (0.05 million metric tons) during use or after disposal. Primary microplastics are also an important source of leakage. Pre-production plastic pellets (or nurdles) are an example of primary microplastics (0.28 million metric tons), along with microbeads – spherical or amorphous microplastics added to products such as personal care items, fertilizers, paint, detergents, food supplements, hand sanitizers and medicinal products.”

 

Per quanto riguarda il progetto sul principale fiume del nostro Paese: è vero, il Presidente Bergaglio ha sbagliato nel riportare che lo studio è stato portato avanti per sei mesi poiché concretamente i mesi sono stati 4, e di questo ci scusiamo.

Durante questi 4 mesi – come testimoniato da Torino Vivibile – i chili di rifiuti raccolti (quelli non affondati naturalmente) sono stati 63 kg dei quali il 60% di plastica da imballaggio. Ciò vuol dire che i rifiuti di plastica erano 37,8 kg, che divisi per 120 giorni danno poco più di 3 etti al giorno.

3 etti che sono sempre troppi per noi, la peggiore pubblicità per i nostri prodotti… che ricordiamocelo: non hanno le gambe! E menomale che almeno la plastica galleggia.

Allegati